La Cattedrale della Beata Vergine Maria, secondo le scritte relative alla costruzione trovate, esisteva probabilmente già nella seconda metà del V e all’inizio del VI secolo e quindi il suo titolo viene relazionato al Concilio di Efeso (431) e alla grande celebrazione dovuta al riconoscimento di Maria, Madre di Dio. Oggi rimane conservato soltanto l’edificio romanico dal ricco inventario, con aggiunte risalenti ai periodi successivi, di caratteristiche gotiche, rinascimentali e barocche. I ritrovamenti archeologici provano l’esistenza del primo strato antico nel luogo dell’odierna cattedrale, che sarebbero le terme del primo secolo.
Nell’epoca romanica, furono apportate modifiche significative in tutto il complesso della cattedrale. La scritta nella cattedrale cita la ricostruzione delle colonnate (columnarum opus) nel XII secolo, eseguita da un ignoto vescovo di Veglia (viene menzionata solo l’iniziale D), ma presumibilmente ciò accadde all’epoca del vescovo Dabar (Dobro – Bonus) attorno al 1179.
La chiesa di San Quirino, un bellissimo esempio dell’architettura sacra romanica, oggi fa parte del complesso della cattedrale e la sua prima menzione risale al 1335 quando i cittadini di Veglia investirono il canone d’affitto dell’isolotto di Plavnik “per la ristrutturazione della chiesa di San Quirino a Veglia”. Si presume sia stata costruita nel XII secolo. La sua particolarità sta nei suoi due livelli e nell’orientamento geografico, poiché la sua abside risulta diretta verso il sud, probabilmente a causa dello spazio ristretto nel quale fu costruita. La chiesa superiore è dedicata a San Quirino, protettore della città di Veglia, mentre quella inferiore a Santa Margherita, martire dell’Antiochia. Queste chiese romaniche sono state costruite con la pietra bianca della zona. L’aspetto della chiesa è caratterizzato dalla terminazione triabsidale con decorazioni sulla parte superiore delle arcate cieche e il mandorlato di pietra rossastra della zona in mezzo.